Atrium
Dal 2014, ATRIUM è stata certificata come uno degli itinerari culturali del Consiglio d'Europa.
L'itinerario culturale ATRIUM- Architecture of Totalitarian Regimes of the XXth century In Europe's Urban Memory trova il suo fondamento in un patrimonio urbano e architettonico comune, che può essere descritto come "dissonante" o "scomodo".
I regimi totalitari, che hanno caratterizzato gran parte dell'Europa nei decenni centrali del XX secolo, hanno avuto un grande impatto sul paesaggio urbano.
Oggi, l'itinerario culturale ATRIUM, di cui il Comune di Cervia è membro, si propone di riflettere su questa eredità attraverso attività locali e transnazionali incentrate sull'architettura, la memoria e le persone colpite da questi regimi non democratici, con lo scopo di promuovere i diritti umani, i valori democratici, la comprensione reciproca tra i popoli e la diversità culturale nell'Europa di oggi.
Cervia, da città del sale a luogo di vacanza
La trasformazione di Cervia da città salinara a località turistica inizia nei primi decenni del ventesimo secolo.
Il 14 agosto 1912, su un avveniristico progetto del pittore milanese Giuseppe Palanti, nasce la "città giardino" uno dei più compiuti progetti di "luogo di villeggiatura ideale" dell'epoca in Italia. Milano Marittima diventa così una moderna stazione balneare per la borghesia milanese, dove natura e architettura si armonizzano.
Alle splendide ville Liberty previste dal progetto, costruite tra mare e pineta, col tempo se ne aggiungono altre. Alcune combinano stili diversi, altre, come Villa Perelli, costruita nel 1940, sono esempi di architettura futuristica.
Con un turismo sempre maggiore, rallentato solo dai due conflitti mondiali, dal 1927 si iniziano a costruire alberghi, colonie e ristoranti.
Nelle zone più periferiche nascono le cosidette "colonie", campi di vacanza per i figli dei lavoratori, volute da Benito Mussolini negli anni '30, che costituiscono esempi di sperimentazione architettonica.
Nel 1939, a Cervia ne sorgono due di dimensioni imponenti, la colonia di Varese, progettata da Mario Loreti, e la colonia di Montecatini, progettata da Eugenio Faludi, pregevoli costruzioni di architettura razionalista.
Dalle ville in stile liberty, ai grandi alberghi come il Grand Hotel inaugurato nel 1931, la città si trasforma in frequentata località balneare.
I luoghi di Atrium a Cervia
Villa Perelli
Progettata dal geniale architetto Mario Cavallè nel 1940, è la più originale delle ville di Milano Marittima costruite durante il periodo fascista. Si dice che vi venisse ospitato Benito Mussolini durante le sue numerose visite in città.
Immersa nella pineta, con l'alta veranda a cinque colonne, sembra innalzarsi sopra la vegetazione e gode della vista sul mare.
Ispirata al futurismo italiano, quindi al mito di un potere politico interventista, la veranda assume la forma della prua di un transatlantico destinato a nuove conquiste.
In seguito la villa divenne un albergo, poi un residence (Residenza Touring). Attualmente chiuso, rimane a testimonianza dell'espansione di Milano Marittima promossa dalla politica turistica del regime.
Per approfondire
Colonia Varese
La colonia di Varese, progettata dall'architetto Mario Loreti, fu costruita tra il 1937 e il 1939.
Il monumentale edificio esprime le caratteristiche celebrative e simboliche tipiche dell'interpretazione che l'architettura futurista attribuiva alla politica fascista.
L'edificio, che dall'alto somiglia ad un idrovolante, aveva la funzione di luogo sanitario ma anche di luogo di educazione al fascismo.
Tra futurismo e propaganda
La struttura simmetrica è composta da un edificio centrale e due laterali che ospitavano i dormitori e i locali di servizio. Al centro della struttura, una griglia monumentale di cinque piani in cemento armato sostiene un'originale rampa-scalinata. Queste enormi rampe piranesiane consistevano nell'attraversamento di piani inclinati, visibili attraverso grandi finestre centrali. In effetti, lo scopo era quello di esibire le esibizioni ginniche e le sfilate cerimoniali della gioventù fascista.
Usi contrastanti
Dopo soli due anni di accoglienza dei bambini, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, all'edificio fu assegnata una nuova funzione come ospedale militare per l'esercito italiano, e con l'occupazione tedesca come campo per prigionieri di guerra. Parzialmente danneggiato durante il conflitto, subì un piccolo restauro subito dopo la guerra, quando furono ricostruite le rampe centrali. Nel 1949, il campo vacanze tornò alla sua funzione originale, ma fu infine evacuato nel 1957 essendo diventato insicuro.
La colonia di Varese oggi
Oggi, l'edificio monumentale è totalmente abbandonato. Attraverso la struttura scheletrica si può intravedere l'orizzonte sul mare. È servito come location cinematografica per due film italiani: La Ragazza di Latta (1970) di Marcello Aliprandi e l'horror di Pupi Avanti Zeder (1983).
Colonia Montecatini
L'imponente struttura, progettata da Eugeno Faludio, su un'area tra pineta e spiaggia, fu inaugurata il 24 agosto 1939. Poteva ospitare fino a 1500 tra bambini e ragazzi e costituiva un luogo di indottrinamento e propaganda.
Le colonie per i figli dei lavoratori, erano promosse dal regime fascista, come parte del programma sanitario, per incentivare la crescita demografica e il rafforzamento della razza italiana, avevano infatti lo scopo di garantire la salute dei bambini e dei ragazzi perché diventassero dei soldati forti.
Allo stesso tempo erano luoghi di educazione ai principi di disciplina, obbedienza e lealtà alla causa fascista.
Una struttura dal disegno funzionale
La struttura era concepita per essere funzionale alla vita della colonia, offriva infatti gli spazi adeguati per i momenti di una routine serrata: marcia, alza-bandiera, saluto, ginnastica e l'educazione fisica e politica.
C'erano padiglioni per l'assistenza medica, le cucine, un refettorio, una lavanderia, le stanze per gli ospiti, classi, biblioteche, un grande spazio ricreativo e la chiesa. Un edificio lungo 122 metri e alto 4 piani, ospitava i dormitori dei ragazzi ed era accessibile grazie ad una rampa, chiamata torre Arengario.
Una rampa verso il cielo
La struttura, costruita in stile razionalista, aveva lo scopo di dimostrare lo spirito d'avanguardia del regime fascista e un'impressionante scala, alta 50 metri, simboleggiava virilità e modernità e contribuiva a dimostrare il talento atletico della gioventù fascista.
Un grande arco suggeriva le ambizioni imperialistiche del fascismo.
La colonia oggi
Come altre colonie, durante la II guerra mondiale, fu usata come ospedale. Le truppe tedesche, che la occuparono nel 1944, minarono alla base la torre, che crollò e demolì anche parte del corpo centrale. Venne infine occupata dalle truppe canadesi. La torre, ricostruita ad una altezza pari a quella dei dormitori, prima era molto più alta e oltre ad avere un serbatoio d'acqua in cima, veniva risalita di corsa dai ragazzi, e serviva per mettere in mostra le doti atletiche dei giovani fascisti che la percorrevano di corsa.
Costruita dalla Montecatini per ospitare i figli dei propri dipendenti, fu ceduta ai Monopoli di Stato. Abbandonata dagli anni '80, la colonia che sta decadendo lentamente, rimane a testimonianza di un passato scomodo.
Grand Hotel Cervia
La politica fascista intendeva promuovere il turismo di massa, soprattutto sulla costa adriatica. Cervia era destinata a diventare una località residenziale, di turismo e cura. Tra i diversi hotels e ville che vennero costruiti, il Grand Hotel resta un notevole esempio di stile Liberty.
Il lussuoso hotel fu inaugurato nel 1931, dopo che il piazzale antistante era stato arricchito dalla costruzione di una fontana, opera dello scultore Giuseppe Casalini. Ha ospitato varie personalità del mondo della letteratura e della cultura dell'epoca. Dopo un periodo di chiusura, ha visto l'avvicendarsi di varie gestioni. Attualmente è proprietà privata e verrà presto recuperato alla sua funzione di hotel.
Per ulteriori informazioni sul progetto Atrium
visitare il link: http://www.atriumroute.eu/