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Cervia: storia e memoria nella pietra e nel legno

Cervia: storia e memoria nella pietra e nel legno

Un itinerario per scoprire le decorazioni e i punti più segreti della storia cervese

Cervia: storia e memoria nella pietra e nel legno

I segreti del territorio

 

Questo tour è dedicato ad alcune delle decorazioni e dei luoghi segreti di Cervia; punti importanti della storia e della memoria del territorio caratterizzati da due elementi: la pietra e il legno.

L'itinerario è strutturato in quattro tappe principali che includono differenti punti di interesse. Le prime tre tappe si trovano a Cervia e possono essere raggiunte a piedi o in bici, mentre per l'ultima tappa a Cannuzzo e Pisignano si consiglia l'uso dell'auto o per chi ama le due ruote, la bicicletta.

 

Il tour inizia dal Piazzale dei Salinari adiacente al Magazzino del Sale Torre

Prima tappa: i luoghi del Sale

Piazzale dei Salinari, Musa e Torre San Michele

 

Spartiacque del ponte di via Cavour, Piazzale dei Salinari

Spartiacque storico, piazzale dei SalinariQueste strutture di pietra a forma di prisma triangolare erano poste sulle colonne delle arcate del ponte di via Cavour, appena fuori Porta Ravenna. Il ponte, come la maggior parte delle infrastrutture cervesi, venne fatto saltare in aria dai soldati tedeschi durante la loro ritirata nella notte tra il 21 e il 22 ottobre 1944. In una foto d'epoca scattata al fianco del ponte si possono vedere quattro colonne e altrettanti spartiacque; numero che potrebbe salire a otto, contando anche il lato non fotografato (di cui però non si hanno immagini).

Nello spazio tra una struttura e l'altra era possibile inserire delle paratoie per regolare il flusso dell'acqua. Durante una pulitura del tratto del canale sotto al nuovo ponte di via Cavour, probabilmente effettuata nel 1973, furono rinvenuti tre spartiacque del vecchio ponte; oggi collocati nel Piazzale dei Salinari vicino alla fontana "Il Tappeto Sospeso". Dal 24 luglio 2013 una delle tre pietre ospita un'installazione a forma di giglio e una targa intitolate a Sandra Lunardini e dedicate a lei e a tutte le vittime di violenza. Durante la pulitura del 1973 vennero ritrovati del tritolo inesploso, poi disinnescato, e due palle ornamentali, una delle quali presumibilmente parte della coppia posta sulla facciata interna di Porta Ravenna, anch'essa distrutta dai nazisti.

Coordinate: 44.2635794,12.350145999999995

  

 

Pigna decorativa della torretta del Palazzo Comunale di Cervia, Musa

Pigna decorativa probabilmente in pietra d'Istria poggiata su base quadrata, oggi conservata nel Museo del Sale di Cervia. In origine una coppia di queste pigne ornava il parapetto della torretta del Palazzo Comunale, su Piazza Garibaldi. Non abbiamo notizie sullo stato attuale della seconda pigna, mentre sappiamo che quella arrivata ai giorni nostri, prima di giungere alla sua collocazione attuale presso MUSA è stata custodita per un periodo all'interno del Palazzo Comunale. 

Pigna decorativa storica, Musa

La pigna conservata al Museo del Sale è alta 72 centimetri (52 della pigna, 20 della base); i lati della base quadrata sono di 29 centimetri. Le notizie su questi ornamenti scarseggiano, ma poiché la torretta su cui poggiavano è stata costruita nei primi dell'ottocento, presumibilmente anche le pigne risalgono a quel periodo.

Le decorazioni a forma di pigna erano particolarmente usate in Romagna e avevano un forte significato nella simbologia cristiana: una pigna chiusa indicava la morte, mentre le pigne aperte erano simbolo di vita. Sebbene le pigne della torretta del Palazzo Comunale sono chiuse non hanno valenza religiosa, sembra invece che il motivo per cui è stato scelto questo particolare simbolo sia per celebrare il forte legame della città con la pineta. La torre dei primi del 1800 non è l'originale: la prima era stata autorizzata nel 1732 dal cardinale Legato e costruita l'anno successivo da Gaetano Miserocchi di Ravenna, probabilmente in conformità ai disegni di Francesco Fontana, ideatore del progetto del Palazzo. Come per la data in cui sono state collocate sugli angoli della ringhiera della torre, anche l'anno esatto in cui le pigne sono state rimosse è ignoto: in fotografie del 1910 sono ancora presenti, mentre in una foto del 1919 (datazione incerta) le pigne non ci sono già più. Si può quindi stabilire che la rimozione è con tutta probabilità avvenuta nel secondo decennio del XX° Secolo. Il Palazzo Comunale, inizialmente conosciuto come Priorale, è stato costruito tra il 1702 e il 1712 seguendo il progetto di Francesco Fontana. Il palazzo, realizzato in stile neoclassico senza ornamenti, non è stato completato a causa di restrizioni sui lavori imposte dopo la morte del Tesoriere di Romagna Michelangelo Maffei.

Coordinate: 44.262833,12.34980500000006

 

Palla ornamentale con basamento, Torre San Michele

La scultura, composta da una sfera e un basamento a base rettangolare di pietra d'Istria, è oggi posizionata ai piedi della Torre San Michele (nel lato che guarda il Magazzino del Sale) sopra ad un piccolo pilastro di mattoni, anch’esso a base rettangolare. 

Palla ornamentale storica, Torre San Michele

La palla è di circa 120 centimetri di circonferenza; il basamento, in parte distrutto (manca uno dei quattro angoli) è un rettangolo di 65 centimetri per 56. Il pilastro di mattoni è invece largo 76,5 per 64, 5 centimetri e alto 32. In origine quattro palle decorative con basamento erano collocate all'esterno della Torre, sui corrimani della scalinata del ponte levatoio. La fonte di questa informazione è un disegno di Romolo Liverani (Faenza 1809 – Faenza 1872), “Veduta della Torre che si vede nel porto di Cervia come nel 1851” (Biblioteca Comunale di Forlì, raccolta Piancastrelli, vol. VIII, n. 7/76). Sebbene la scalinata sia stata distrutta attorno al 1862-63, nello stesso periodo della costruzione di un ponte a paratoie tra la Torre San Michele e il Magazzino del Sale detto 'Torre', il cosiddetto "Pont dla Tora" (distrutto poi dalle truppe tedesche durante la loro ritirata da Cervia nella notte tra il 21 e il 22 ottobre 1944), è quasi certo che la sfera arrivata ai giorni nostri sia stata uno degli ornamenti della scalinata: è identica alle palle del disegno di Liverani.

Anche la facciata del Magazzino del Sale Torre presentava delle decorazioni a palla con cimasa, ma sono andate perse quando la facciata è stata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Le poche fotografie che ritraggono l'esterno della struttura prima della distruzione sono state scattate a distanze ed angolazioni da cui è difficile stabilire se la sfera oggi collocata presso la Torre fosse in origine posta sulla facciata. E' comunque probabile, vista la posizione più elevata, che gli elementi decorativi del Magazzino fossero di dimensioni maggiori rispetto a quelle della scalinata della Torre; la prima ipotesi, quella degli ornamenti dello scalone del ponte levatoio, rimane decisamente più verosimile.

La Torre San Michele è stata costruita insieme al Magazzino del Sale Torre tra il 1689 e il 1691, sotto la supervisione del conte genovese Michelangelo Maffei. Scopo della costruzione era difendere i cervesi e il sale custodito all'interno del Magazzino dagli attacchi dei pirati. La creazione di questi edifici è dovuta alla maggiore richiesta di sale in seguito all'aumento della popolazione italiana: erano collocati vicino al mare, posizione ideale per il commercio via nave.

Il complesso della Torre e del Magazzino precede di qualche anno la costruzione di Cervia Nuova; la posa della prima pietra della città risale al 24 gennaio 1698. Oggi Torre San Michele ospita l'Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica; dal 1981 al 2004 è stata sede della biblioteca comunale.

Coordinate: 44.26301989999999,12.35059339999998


 Dalla Torre San Michele in pochi minuti si raggiunge la Circonvallazione Sacchetti per la seconda tappa. 

 

Seconda tappa: un'istituzione cervese

Tipografia Saporetti

 

Tipografia Saporetti, via Circonvallazione Sacchetti 172

Vera e propria istituzione storica cervese, la Tipografia Saporetti è stata una delle più importanti stamperie della città. 

Tipografia Saporetti, Circonvallazione Sacchetti

Inaugurata il 17 dicembre 1881 da Guglielmo Saporetti insieme ai figli Pirro e Vincenzo, la tipografia si occupa sin da subito della stampa dei manifesti degli eventi locali di maggior spessore, come lo Sposalizio del Mare e la Festa di San Lorenzo. I Saporetti, originari di Urbino, si trasferirono a Cervia proprio in occasione dell’apertura della tipografia. Nel XVII° Secolo Paolo Saporetti gestiva una tipografia a Forlì, città in cui la famiglia visse dopo essersi spostata da Urbino. Nel 1905 Pirro Saporetti disegna e stampa lo stemma “classico” di Cervia, ovvero quello con il cervo al suo interno, usato dall’Amministrazione Comunale fino al 1982 e poi ripreso nel 2016. 3 anni dopo, nel 1908, il figlio di Vincenzo, Carlo, a soli 12 anni inizia a lavorare in tipografia, imparando il mestiere da padre e zio. Continua a lavorare nell’attività di famiglia fino al novembre 1915, quando è chiamato a combattere nella Prima Guerra Mondiale.

Il 23 aprile 1914 il sindaco Busignani e la Giunta concedono a Vincenzo e Pirro il pianterreno delle ex scuole femminili di via XX Settembre (n. civico 1) per trasferire la stamperia. Il Sindaco non accoglie invece la domanda d’affitto del piano superiore dell’abitazione, in quanto le spese necessarie per il restauro erano considerate al di sopra/fuori del bilancio. Il secondo piano per un periodo di tempo è adibito a dopolavoro per i salinari. Al ritorno dal fronte, nel 1918, Carlo Saporetti vuole tornare alla tranquillità e riprende il lavoro in tipografia. Nel 1921 succede al padre defunto e nel 1938 assume completamente in proprio l’attività dopo che suo zio Pirro si ritira. In un documento del settembre 1925 l’Amministrazione Comunale concede alla tipografia il collocamento di un motore elettrico per azionare le macchine, purché tutte le spese legate ad esso siano a carico della tipografia. Nel 1944 la tipografia viene in parte distrutta a seguito di un bombardamento aereo e le truppe tedesche ne approfittano per rubare carta e altri materiali. Carlo riorganizza la stamperia con il poco rimasto nei giorni seguenti il 22 ottobre, data della liberazione di Cervia.

L’edificio della tipografia al momento è un’abitazione privata.

Coordinate: 44.260235,12.351212000000032


 Attraversando la Porta Mare e la Piazzetta Pisacane si giunge alla terza tappa.

 

Terza tappa: potere temporale e potere spirituale

Palazzo Comunale, Palazzo Vescovile e via XX settembre

 

Paliotto dell'oratorio di San Lorenzo, Palazzo Comunale

Inserito nel banco di accoglienza nell'atrio del secondo piano del Palazzo Comunale di Cervia, questo paliotto di legno, grande circa 187 centimetri di lunghezza e 92 di altezza, era originariamente collocato sull'altare dell'Oratorio di San Lorenzo a Castiglione di Cervia; Il trasferimento dell'opera al Palazzo Comunale è avvenuto in occasione della ristrutturazione dell'atrio di quest'ultimo nei primi anni 2000. Il paliotto presenta al centro lo stemma della famiglia Guazzi, proprietari dell'oratorio. Questo stemma è uno scudo troncato, cioè diviso in due parti uguali da una linea orizzontale e vi sono raffigurati un'aquila e un leone, in araldica i due animali più nobili.

Paliotto decorato, Palazzo Comunale di Cervia

L'aquila, in araldica simbolo di vittoria, è posta nella parte superiore dello scudo. E' di colore nero in campo d'oro con artigli e becco anch'essi dipinti d'oro. Le sue ali sono spiegate, gli artigli distesi e la coda è disposta a ventaglio: è in posizione saliente. La metà sottostante rappresenta invece un leone rampante, cioè ritto sulle zampe posteriori, di colore oro in campo blu, con la lingua di fuori e la coda rivolta verso l'alto, parallela al corpo; in araldica il leone possiede vari significati tra cui coraggio, forza e grandezza. Entrambi gli animali portano, poco distanti dal capo, delle corone di colore oro, presumibilmente comitali: i Guazzi erano infatti conti. Il bordo del paliotto è di colore oro. Lo stemma è circondato da un tralcio di vite con due grappoli d'uva anch'esso in oro che occupa tutto il resto del pannello su sfondo nero. La vite con uva, nella simbologia cristiana, ha significati come la forza e la capacità d'adattamento.

L'Oratorio di San Lorenzo da cui proviene il paliotto è parte del complesso di Palazzo Guazzi a Castiglione di Cervia ed è collocato a sinistra dell'abitazione principale. L'ala destra invece conteneva la rimessa per le carrozze e la scuderia, ma è stata demolita subito dopo la Seconda Guerra Mondiale (al suo posto è stato costruito un mulino). Le due parti laterali furono edificate dal ravennate Camillo Morigia nel 1794 sotto commissione dei Guazzi, mentre il palazzo vero e proprio era già esistente: i proprietari erano i conti Montanari. Nel 1790 Giovan Battista Montanari decise di lasciare in eredità l'edificio al nipote, Antonio Guazzi. Le due ali del palazzo furono l'ultima opera di Morigia, che morì nel gennaio del 1975. Palazzo Guazzi e l'Oratorio di San Lorenzo hanno subito un forte degrado in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, ma sono stati restaurati. L'oratorio è al momento fruibile al pubblico. Oltre al paliotto l'oratorio custodiva anche una pala d'altare, opera di Giuseppe Soleri Brancaleoni, raffigurante San Lorenzo e San Nicola da Tolentino con l'effige della Madonna del fuoco sorretta da angeli. Quest'opera, restaurata e conservata per un periodo presso la chiesa di Sant'Antonio Abate a Castiglione di Cervia, è stata ricollocata all'interno dell'Oratorio di San Lorenzo nel 2014.

Coordinate: 44.261052,12.349748999999974

 

Stemma del vescovo Federico Foschi, Palazzo Vescovile

Situato nell’angolo nord-est del piano centrale del Palazzo Vescovile in Piazza Garibaldi, lo stemma di Mons. Federico Foschi, ultimo vescovo residenziale di Cervia, è stato collocato lì dallo stesso Foschi durante il restauro del Palazzo in occasione del Giubileo episcopale indetto nel 1902 per celebrare i 25 anni dall'inizio della sua diocesi; nello stesso anno, oltre allo stemma, Foschi fece aggiungere un piano, il terzo, all'edificio. 

Stemma vescovile, Palazzo Vescovile di Cervia

Lo stemma, in pietra d'Istria, è di tipo inquartato, ovvero diviso in quattro parti uguali da una linea perpendicolare e una orizzontale; all'interno di ogni quadrante sono presenti dei simboli: - in basso a sinistra: due stelle a sei punte e due crescenti montanti (mezzelune con le corna verso l'alto) posti ai lati di una croce di Sant'Andrea, con le stelle a destra e a sinistra e i montanti in alto e in basso; - in basso a destra: una colomba ferma con un rametto d’ulivo nel becco poggiata su tre rose (riconoscibili dal bottone al centro del fiore); - in alto a sinistra: tre rose e, più in alto, tre stelle a sei punte; - in alto a destra: una spada e un bastone, forse pastorale, incrociati e circondati da quattro stelle a sei punte. Il bastone pastorale rappresenta la dignità del vescovo. Sopra sono posti un cappello vescovile da cui scendono due cordoni a sei nappe ciascuno e una croce posta in palo dietro lo stemma.

Il Palazzo Vescovile è stato costruito agli inizi del 1700 in occasione della creazione di Cervia Nuova ed è uno dei pochi edifici di cui non si è occupata direttamente la Santa Sede: la costruzione è stata finanziata completamente dal vescovo. Il Palazzo è collocato in Piazza Garibaldi accanto alla Cattedrale e davanti al Palazzo Priorale (oggi Palazzo Comunale): la decisione di costruire questi tre edifici nel centro della città simboleggiava l'uguale importanza di potere temporale e spirituale. Il Vescovado è stato dimora dei vescovi di Cervia fino al 1908, anno della scomparsa di Mons. Foschi. Arrivato a Cervia nel 1877 dopo la morte del suo predecessore Giovanni Monetti, Foschi era un uomo di grande prestigio, stimato dalle diocesi delle più grandi città italiane e amato dai fedeli cervesi per la sua carità: durante la carestia del 1880 aprì le porte del Vescovado ai più poveri per permettere loro di sfamarsi. Nonostante le tensioni di quei tempi (nel 1870, con la Breccia di Porta Pia, il Regno d'Italia sottraeva Roma allo Stato Pontificio; quest'evento aveva portato ad un clima di rottura tra Stato e Chiesa), il dialogo tra Foschi e i suoi ‘nemici’ rimase sempre rispettoso: il vescovo era famoso infatti per le sue posizioni moderate e non reazionarie.

Foschi venne a mancare il 6 ottobre 1908. Nel 1909 la diocesi di Cervia è passata in maniera inizialmente temporanea, e dopo il 1947 definitiva, all’amministrazione ravennate, con sede appunto a Ravenna: questo fa di lui l’ultimo vescovo che ha preso residenza nel palazzo cervese e probabilmente la ragione per cui il suo stemma è ancora posto sull’edificio.

Coordinate: 44.26098859999999,12.349433699999963

 

Passaggio sotterraneo cattedrale-seminario, via XX Settembre

Passaggio segreto cattedrale-seminario, CerviaSecondo la tradizione popolare, Cervia sarebbe disseminata di passaggi segreti: queste voci si rifacevano forse alla presenza di vasti sotterranei sotto la Rocca di Cervia Vecchia, che secondo una relazione ordinata da Papa Clemente VII nel 1526, era collegata ad una "casa-matta nel fosso bassa" da uno di questi passaggi. In realtà una serie di scavi effettuati nel centro storico di Cervia Nuova non ha portato alla luce niente che possa far pensare alla presenza di passaggi creati con lo scopo di rimanere segreti. C'era però, nella città, un passaggio sotterraneo che era conosciuto da tutti: il cosiddetto "E' pont de' Siminèri" che dal Seminario portava alla Cattedrale passando sotto via XX Settembre; il passaggio è stato demolito negli anni '60, ma nel retro della Cattedrale è ancora possibile vedere un cunicolo, oggi murato, a testimonianza della presenza della galleria. Erano soprattutto i seminaristi a servirsi del passaggio, che utilizzavano per accedere agli scantinati del Duomo. L'attività del Seminario cervese ebbe inizio nel 1828 con il vescovo Cadolini e fine nel 1908 con la morte del vescovo Foschi. Ai tempi le scuole di grado superiore alle elementari erano poche; ciò permise alla struttura di diventare un importante luogo di formazione non solo per i futuri sacerdoti ma anche per tanti giovani che dovevano completare gli studi.

Coordinate: 44.26088419999999,12.34866620000002

 

 

 

 

 

 

Per giungere alla quarta tappa bisogna spostarsi fuori Cervia. I mezzi consigliati sono l'auto o la bicicletta. 

 

Quarta tappa: verso l'entroterra cervese

Via Salara, Cannuzzo e Pieve di Pisignano

 

Palla decorativa di Porta Ravenna, Cannuzzo

Palla decorativa storica, CannuzzoRinvenuta probabilmente negli anni '70 durante la pulitura del canale presso il nuovo ponte di via Cavour, questa sfera era quasi sicuramente una decorazione della facciata interna di Porta Ravenna, l'entrata nord di Cervia Nuova edificata all'inizio del 1700 (contemporaneamente alla costruzione della città) e distrutta durante la II° Guerra Mondiale. La collocazione attuale della sfera è decisamente curiosa: si trova a Cannuzzo, all'esterno del bar-pizzeria-tabacchi 'Pizzalandia' in via Salara. Non si hanno notizie del perché sia stata posta proprio a Cannuzzo.

La palla è di dimensioni considerevoli: circa 68 centimetri di altezza e circa 223 di circonferenza. Presumibilmente di pietra d'Istria, è stata posta su una base di cemento con una targhetta che ne ricorda l'origine. Essa recita: "SFERA IN SASSO D'ISTRIA CHE DECORAVA IN COPPIA LA PARTE INTERNA DELLA 'PORTA RAVENNA' A CERVIA DISTRUTTA DAI TEDESCHI IN RITIRATA NELL'AUTUNNO DEL 1945" La data di distruzione in realtà, secondo le fonti consultate come "La liberazione di Ravenna durante la Seconda Guerra Mondiale" di Dino Guerrino Molesi", è la notte tra il 21 e il 22 ottobre 1944: per facilitare la loro ritirata da Cervia le truppe tedesche fecero saltare in aria tutti i ponti e tutte le porte della città tranne la Porta a Mare, che si è salvata. Porta Ravenna si trovava in corrispondenza del ponte di via Cavour dove è stata eseguita la pulitura del canale, quindi è certamente possibile che la palla ornamentale sia caduta sul fondale, luogo in cui è stata rinvenuta negli anni '70.

Porta Ravenna era, tra le entrate della città, la più decorata. Durante la costruzione di Cervia Nuova il Tesoriere Generale cardinal Legato, cercando di evitare spese superflue, vietò di ornare le Porte con marmi o pietre vive, ma Giacomo Tassinari, perito e supervisore ai lavori su Cervia, ignorò l'ordine e riuscì a decorare Porta Ravenna nel 1705. La facciata esterna era dedicata a Papa Clemente XI (Papa Albani), con il suo stemma in cima, i 'tre monti' e le stelle, entrambi simboli di Casa Albani, ai lati. Vi era anche una lapide con scritte in bronzo in onore del trasferimento della città, ma le lettere che la componevano furono rubate dai francesi (che per un breve periodo occuparono la città) nel 1797. Porta Cesenatico, completata nel 1759, rimase invece completamente 'spoglia', senza alcun tipo di ornamento. Fino al 1870 le due Porte venivano chiuse tutte le notti; si pensa che iniziassero a rimanere aperte anche dopo il tramonto solo con la nascita del turismo balneare a Cervia.

Porta Ravenna era molto amata dal pittore cervese Aldo Ascione, che ne sognava la ricostruzione.

Coordinate: 44.234772,12.240481999999929

 

Colonna miliare, Pisignano

Colonna miliare, PisignanoDurante l'età romana vennero costruite dai romani colonne di pietra poste lungo le strade, usate per indicare le miglia da un punto di partenza (spesso Roma) ad un punto di arrivo: i miliari. Oltre al numero di miglia questi cippi di pietra riportavano anche informazioni come l'autorità che aveva ordinato la costruzione o a cui erano dedicati. Erano dei veri e propri segnali stradali, di fondamentale aiuto ai viandanti in quanto permettevano loro di orientarsi, capire le distanze percorse e da percorrere. Nel territorio cervese è presente un cippo miliare, oggi situato nel cortile esterno della Pieve di Santo Stefano a Pisignano, anche se Umberto Foschi riporta una precedente collocazione presso Vado. Non si conoscono né il motivo né la data del trasferimento.

Secondo H.E. Herzig (che ha realizzato una raccolta sui miliari dell'Emilia Romagna) in origine si trovava sulla via tra Rimini e Ravenna, forse alla prosecuzione verso nord della via Flaminia; per l'archeologo Nereo Alfieri invece questo manufatto era posto nella zona in cui si trovava Sabis, l'antica Savio. Datato al 75 d.C., sarebbe stato fatto realizzare da (o dedicato a) Vespasiano e presenta un'incisione, troppo abrasa per poterla leggere, sulla quale ci sono due ipotesi per quanto riguarda la decodificazione. Secondo la prima ipotesi l'iscrizione indicherebbe "(Milia passuum) XVI", 16 miglia (in latino milia passuum significa "migliaia di passi"), a partire da Rimini. Le miglia indicate portano a circa 6 kilometri a sud-est di Pisignano; per la seconda ipotesi invece il numero inciso sarebbe "XXVI", 26. La Pieve di Santo Stefano in cui è collocato il cippo miliare è una delle chiese più antiche del territorio: non si conosce la data esatta della costruzione, ma esiste un documento del 977 d.C. in cui viene nominata, quindi è sicuramente sorta prima della fine del I secolo. Forse è stata edificata sopra un tempio pagano in quanto all'interno della Pieve è stato trovata un'ara su cui era raffigurato il dio Mitra. La struttura odierna non è la chiesa originale, distrutta nel 1512; inizialmente ricostruita in stile barocco, la Pieve di Santo Stefano ha subito dei restauri agli inizi del 1900 e attorno agli anni '80 che le hanno donato un'immagine più semplice e sobria.

Coordinate: 44.2422641,12.273733600000014

 

Questa mappa di comunità, dedicata alle decorazioni e ai punti segreti di Cervia, fa parte delle iniziative dell'Ecomuseo. 

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Informazioni turistiche

www.turismo.comunecervia.it - #VisitCervia - iatcervia@cerviaturismo.it - +39 0544 974400