CASA MUSEO - IL CENTRO PER IL DIALETTO ROMAGNOLO
Il centro per il dialetto romagnolo è sorto nel 2008, nella casa di Umberto Foschi, nella convinzione che i dialetti siano un elemento costitutivo della identità di un territorio e rappresentino un fondamentale patrimonio culturale da conservare, tutelare e valorizzare. Il Centro non si propone di essere solo un laboratorio di ricerca o un giacimento archivistico, ma un polo culturale vivo, promotore di manifestazioni e valorizzazione di energie. “Il professor Friedrich Schürr, glottologo tedesco, ha dedicato gran parte della sua vita a studiare il dialetto romagnolo, cominciando dal 1910, quando, giovane studente, chiese al professor Wilhelm Meyer-Lübke un argomento per la sua tesi di laurea. Il suo maestro gli pose fra le mani, perché ne facesse una analisi grammaticale, un libretto col poema rusticano Pulon Matt”.
Umberto Foschi, tratto da “Cervia pagine di storia, cultura e tradizioni” , Cervia 1998.
PALAZZO GUAZZI
“Le prime notizie sulla struttura risalgono al 1600. Il palazzo apparteneva inizialmente ai conti Montanari di Ravenna. In seguito fu lasciato in eredità ad Antonio Guazzi di Cervia, nipote di Giovan Battista, ultimo conte della famiglia Montanari, di Ravenna, l’ultimo dei quali - il conte Giovan Battista -lo lasciò in eredità nel 1790 al nipote capitano Antonio Guazzi di Cervia - già proprietario di molte terre nella zona, I Guazzi, ricevuta la eredità, si trasferirono nel palazzo di Castiglione che ampliarono con le due ali laterali terminanti in due avancorpi: uno formato dall’oratorio, l’altro (quello che non c’è più) quasi completamente simmetrico con l’oratorio, formato dalla rimessa per la carrozze e dalla scuderia”.
Umberto Foschi, tratto da “Cervia pagine di storia, cultura e tradizioni” , Cervia 1998.
BOSCO DEL DUCA D'ALTEMPS
“La tenuta del piano, poi detta del Duca (…) apparteneva nel settecento ai conti Fabbri di Cesena. In seguito al matrimonio di Margherita, sorella del conte Edoardo Fabbri - noto scrittore e uomo politico - col duca Alberto D’Altemps di Roma, passò a quella famiglia finché verso la fine del secolo scorso non fu acquistata dalla famiglia Ricci che fin dal 1888 lo conduceva in affittano. Dal 1844 fino agli anni 1927 - 1928 quella terra fu in gran parte coltivata a riso. In social modo dopo che nel 1879 era stato scavato il canale di deviazione delle acque del Savio detto tuttora ‘Canale del Duca’, caratteristico oggi per i suoi pittoreschi filari di pioppi, acacia e querce.”
Umberto Foschi, tratto da “Cervia pagine di storia, cultura e tradizioni” , Cervia 1998.